Le riforme istituzionali operate da Clistene (figlio di nobili arconti di Atene) alla fine del VI secolo a.C. sono una delle tappe fondamentali verso la costruzione del sistema democratico ateniese. Esse rappresentano infatti un rimodellamento profondo della struttura sociale e politica di Atene, attuato in modo razionale e durevole, che porterà alla graduale creazione di una “coscienza democratica”, minando le basi del potere aristocratico cittadino.
Egli seppe portare avanti iniziative in grado di intercettare i cambiamenti sociali allora in atto, portando ad una unificazione autentica della polis, e alla conseguente creazione del concetto di “città nazione”, che permise ad Atene di affrontare nel miglior modo possibile le sfide che nei decenni seguenti le si presenteranno (prima fra tutte l’invasione persiana del 490 a.C.).
Un elemento fondamentale per scardinare i vecchi meccanismi di potere aristocratici fu la riorganizzazione del territorio dell’Attica:
furono costituite dieci nuove tribù, ognuna delle quali raggruppava gli abitanti di una stessa porzione territoriale ed era composta da un numero variabile di demi. (Da demo deriverà il nome di DEMOCRAZIA)
Il territorio di ogni tribù era poi composto da tre parti, o trittie,
- una situata sulla costa,
- una in città
- l’altra nei territori dell’entroterra.
Ogni tribù doveva comporsi di un numero identico di demi provenienti dalle varie trittie. Tutto ciò al fine di evitare la formazione di blocchi partitici “geografici”, che potessero raggruppare (come era avvenuto in precedenza) solo gli abitanti della città della costa o dell’interno, portando ad una contrapposizione spesso insanabile e lacerante di interessi.
Parallelamente, Clistene ampliò notevolmente il diritto di cittadinanza, “naturalizzando” un gran numero di uomini liberi di origine straniera esclusi dalle attività politiche sotto il regime aristocratico.
In questo modo poté ottenere un duplice risultato:
da un lato, infatti, legava a sè una buona fetta di nuovi cittadini (indebolendo il potere degli aristocratici)
dall’altro li rendeva partecipi della vita politica, dando stabilità al nuovo impianto istituzionale.
A capo di ognuna delle dieci tribù, che prendevano il nome da eroi e personaggi leggendari della storia ateniese, era eletto uno stratego, in carica per un anno, che in guerra assumeva le vesti di generale.
Pur essendo all’inizio una carica puramente militare, il fatto di essere eletti dal popolo portò all’accrescimento nel tempo dell’influenza politica degli strateghi, tanto da renderli personaggi di primo piano nella conduzione della politica cittadina, scalzando di fatto gli Arconti.
Ciascuna tribù eleggeva inoltre cinquanta membri del nuovo Consiglio dei Cinquecento o Boulè. Fu proprio la creazione di tale nuovo organo politico l’aspetto più innovativo e importante delle riforme di Clistene.
La Boulè aveva ampie competenze:
- in politica estera,
- a redigere i decreti,
- a predisporre le sedute
- a proporre le leggi all’Ecclesia, ovvero all’Assemblea dei cittadini liberi, che aveva poi la parola definitiva sulla loro approvazione.
In termini moderni dunque,
all’ Ecclesia spettava il potere legislativo,
mentre il Consiglio
- indirizzava la politica generale,
- deteneva il potere d’iniziativa legislativa,
- controllava l’operato degli altri organi costituzionali.
Al fine di perfezionare tale complesso sistema di governo e garantire l’imparzialità, cioè la giustizia delle varie funzioni, Clistene introdusse il METODO DEL SORTEGGIO, che fu riservato alle cariche che non richiedevano una particolare competenza specifica.
Era nato il voto: SASSO BIANCO E SASSO NERO.
L’introduzione del sorteggio segnò la perdita d’importanza dell’arcontato, destinato a divenire una carica onorifica, priva di incisività politica.
Così, ai dieci Arconti erano riservate solo funzioni religiose e di “alta giustizia” .
Altra pratica introdotta da Clistene fu l’OSTRACISMO, che permetteva all’ Assemblea, con voto segreto, di esiliare per dieci anni dalla città chiunque fosse sospettato di aspirazioni tiranniche. Alcuni storici ritengono che tale pratica, di cui gli Ateniesi fecero largo uso nei decenni seguenti, fosse in realtà di poco successiva alle riforme di Clistene. In ogni caso essa si rivelò un ottimo meccanismo a tutela della democrazia.
Fonti:
rielaborazione da informazioni tratte dall’articolo
le riforme di clistene
ALLE ORIGINI DELLA DEMOCRAZIA ATENIESE, di Massimo Manzo
Approfondimento a cura di…mitico Gruppo Super Ten, scuola primaria “G. Ancillotto